Chiediamo trasparenza sul debito
Lo spread sale, lo spread scende. Ogni volta che sale c'è qualcuno che ci guadagna e qualcuno che ci perde. L'unica diffierenza è che sappiamo già chi ci perde: siamo sempre, inevitabilmente noi. Per capire a chi stiamo svendendo la nostra vita e quella dei nostri figli un modo c'è: rendere pubbliche e intelligibili le operazioni di vendita dei titoli di stato, non solo per sommi capi, come è già adesso, ma nel dettaglio. Vogliamo sapere esattamente chi compra le nostre cambiali e quante ne compra. Vogliamo i nomi e i cognomi degli specialisti e delle banche d'affari. E vogliamo che vengano pubblicati in rete anche i volumi di scambio dei nostri titoli sul mercato secondario, perché è lì che si determina lo spread. Vogliamo sapere quali sono le grosse organizzazioni che detengono massicce quote del nostro debito e quali operazioni fanno. Vogliamo sapere chi vende i nostri titoli, in quali volumi e con quali tempi. Perché solo così potremo verificare se esistono organizzazioni che si liberano del nostro debito a orologeria, giusto in tempo per ricomprarlo pochi giorni dopo durante le aste del Tesoro, magari a nome di loro collegate, a tassi di rendimento maggiore. Solo così possiamo attribuire un nome e un cognome a chi eventualmente specula sulla pelle dei popoli, usando milioni di cittadini come piantagioni dalle quali mietere il raccolto.
Sapere a chi dobbiamo dei soldi, controllare tutti i movimenti che incidono sulla nostra vita rendendoci poveri - e in definitiva schiavi - è un nostro diritto. Chiediamo a Maria Cannata di recuperare i dati e di pubblicarli in rete.
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