IL CASO
L'aiuto del fisco a Goldman Sachs
Due miliardi di utili, 4 milioni di tasse
La legge inglese permette alla filiale della banca d'affari di differire oltre il 99% dell'imposta dovuta. Una soluzione impossibile per la gran parte di cittadini che ha scatenato le polemiche dei laburisti: "E' moralmente ed eticamente sbagliato"
dal nostro corrispondenre ENRICO FRANCESCHINIhttp://www.repubblica.it/economia/finanza/2012/04/27/news/l_aiuto_del_fisco_a_goldman_sachs_due_miliardi_di_utili_4_milioni_di_tasse-34036207/LONDRA - Anche la Gran Bretagna ha problemi con il fisco, ma non si tratta di evasione delle imposte, bensì dello scandalo dei sistemi legali per non pagarle. Un nuovo caso eclatante viene rivelato oggi in prima pagina dal quotidiano Independent: la filiale londinese della Goldman Sachs ha pagato per lo scorso anno 4 milioni e 100 mila sterline di tasse su profitti di 1 miliardo e 900 milioni di sterline.
Tutto regolare, secondo la legge: la Goldman Sachs International, che impiega negli uffici di Londra ben 5800 persone, ha ricevuto un "conto" di 422 milioni di sterline di imposte per il 2011, ma ha scelto di rinviare il pagamento di 418 milioni, ovvero più del 99 per cento del totale. Un'opzione a sua disposizione in base alle normative esistenti, secondo le indiscrezioni. Ma una decisione che, per quanto legale, è un duro colpo per le casse dello stato, specie nel momento in cui il ministro del Tesoro George Osborne è alle prese con il deficit da ridurre, una sempre più controversa politica di radicali tagli alla spesa pubblica e la notizia che il Regno Unito è entrato di nuovo in recessione, un "double dip", doppio tuffo nella crisi economica, provocato da due trimestri consecutivi di decrescita (-0,3 per cento negli ultimi tre mesi del 2011, -0,2 per cento nei primi tre mesi del 2012), dopo la recessione del 2007-2008, la prima volta che accade dal 1975, quando il paese visse il suo periodo di grande scontento.
Nel 2010, il braccio londinese del gigante di Wall Street pagò 336 milioni di sterline di tasse. Nel 2011 le entrate sono diminuite del 31 per cento, scendendo a quota 3 miliardi e 190 milioni di sterline, a causa della fragilità dell'Eurozona, ma i profitti sono lo stesso cresciuti. Rinviando al futuro il pagamento delle imposte, naturalmente, la banca non si esime dal pagarle, ma la mossa suscita lo stesso critiche. "E' moralmente ed eticamente sbagliato", commenta John Mann, un deputato laburista della commissione finanze della camera dei Comuni. "Questi sono i banchieri che si trovano al centro del problema finanziario mondiale, che ricevono bonus milionari a fine anno e che lo stesso non sono disposti a pagare con puntualità le tasse che devono allo stato. E' un caso di chiara avidità".
E' il secondo incidente che colpisce la Goldman Sachs in tempi recenti, dopo che all'inizio di quest'anno uno dei dirigenti dell'ufficio londinese, Greg Smith, ha destato scandalo dimettendosi con una lettera, pubblicata dal New York Times, in cui affermava che la banca è "in bancarotta morale" e che tratta i suoi clienti come "pupazzi" 1. Questa settimana il presidente della Goldman, Lloyd Blankfein, ha dato la sua prima intervista in due anni, respingendo la descrizione di Smith. "La nostra reazione interna al suo giudizio è stata di shock", ha detto all'emittente televisiva Cnbc. "Abbiamo 30 mila dipendenti che la pensano diversamente da lui e anche i nostri clienti ci hanno espresso ampio sostegno".
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