Ogni Parola di Gesù è significativa. E, essendo Egli il vero ed unico Maestro, non poteva non spiegarci (con la semplicità, la chiarezza e l’esaustività che soltanto la Parola di Dio fattaSi Carne può avere) anche tutto ciò che vale la pena sapere e comprendere su un tema estremamente concreto ed estremamente influenzante la nostra vita quotidiana: la moneta; e le tasse che con essa (e solo con essa: provate voi, se vi riuscite, a pagare le tasse direttamente con della ricchezza fisica e materiale, come un certo quantitativo di grano, o un certo numero di capi di bestiame, o una certa quota di proprietà di un'azienda. Le tasse si pagano solo e soltanto con la moneta: oggi come duemila anni fa) si devono pagare.
“E’ giusto pagare le tasse a Cesare?”, Gli chiedono gli erodiani, con il malevolo intento di metterLo “spalle al muro”. Ma Egli gli risponde con una richiesta: “MostrateMi una moneta”. E, poi, quando Gliela mostrano, gli chiede: ...
... “A chi appartiene questa moneta?” (alla lettera: "di chi è l'immagine che vi è sopra?". Ma solo il legittimo proprietario di qualcosa può arrogarsi il diritto di sovraimporvi la sua immagine, od effige).
“A Cesare”, non possono che rispondere gli erodiani.
“Allora, date a Cesare ciò che gli appartiene (quindi: "restituitegli la sua moneta, attraverso il pagamento delle tasse"). E date a Dio ciò che è di Dio”.
E’ giusto e legittimo, ci dice Gesù, pagare la tasse, in moneta, allo Stato che quella moneta l’ha emessa.
E’, di fatto: un atto di “restituzione” di ciò che è servito, durante la “circolazione” intercorrente tra l’emissione e la restituzione, a generare ricchezza. Ricchezza fisica generata dall'applicazione del (sacro) lavoro dell'uomo alla trasformazione delle ricchezze del Creato.
Ricchezza che è cosa ben diversa dalla moneta: la quale però è strettamente necessaria per scambiarla e misurarla. Moneta che, emessa dallo Stato (o "Cesare"), si restituisce allo Stato (o "Cesare") sotto forma di tasse.
E’ profondamente ingiusto e profondamente illegittimo pagare le tasse allo Stato in una moneta (cartacea ed ancora di più: scritturale, quella che risiede solo e soltanto nei bit dei computer delle banche commerciali e che vediamo "stampata" nei nostri conti correnti e depositi titoli) che non ha emesso (perché, oggi, l'unica moneta emessa da Cesare - lo Stato - e quindi recante la sua effige: sono le monetine metalliche. Quindi la meno "usata" delle tre forme esistenti di moneta) e che, quindi, non gli appartiene: ma che è emessa da Mammona (di cui la BCE e le altre Banche Centrali sono espressione, assieme alle banche commerciali dove è "depositata" la moneta scritturale) e che quindi appartiene a Mammona. Che oggi possiamo anche chiamare Matrice (a ben vedere, la radice è la stessa: ed è, non a caso, la deformazione e la perversione dell’aspetto più vitale di Dio: quello di Madre).
Moneta che quindi appartiene a ciò che è radicalmente opposto a Dio: tanto è vero che, in altra occasione, Gesù ci dice: "O si serve Dio o si serve Mammona." Aut-aut.
Che Monti, Draghi ed i loro mandanti lo sappiano benissimo, è dimostrato da quella curiosa espressione, sempre più ossessivamente ripetuta, come un mantra ipnotico: "servizio del debito".
Ci ripetono ossessivamente che le nostre tasse hanno lo scopo di "servire il debito". E, ancora più assurdamente: "a pagare i servizi pubblici". Per occultarci e distrarci dalla verità, lapalissiana qualora ci si soffermi a riflettervi: che esse servono invece, puramente e semplicemente, a "chiudere il circolo (o circuito)" entro il quale la moneta (esattamente come il sangue, l'acqua o l'energia elettrica) deve circolare. In caso contrario: non sarebbe moneta.
In verità, allorché la moneta non è più emessa da Cesare (che però resta il riscossore delle tasse), ecco manifestarsi il vero scopo della Matrice Monetaria: asservirci a Mammona.
Che ciò avvenga per coloro che cristiani ancora non si professano o che dalla Parola di Gesù sono ancora molto lontani: potrebbe ancora apparire come una conseguenza di tale lontananza .
E' invece particolarmente triste (e particolarmente tragico) che oggi avvenga anche per noi, che cristiani (e quindi appartenenti al Nuovo Israele) ci diciamo e ci professiamo: più o meno convintamente.
Ma che siamo, in verità, molto più schiavi di quanto non fosse il Vecchio Israele quando era sotto il dominio del Faraone.
Oggi, il nuovo Faraone si chiama Massoneria, e nella sua doppia accezione: di Massoneria Ecclesiastica e di Massoneria Laica.
Nuovo Faraone che, attraverso l'appropriazione della leva monetaria (sottratta a Cesare, che invece Gesù legittima), ha instaurato una schiavitù tanto più spietata quanto più subdola.
Perché agli schiavi del Faraone era almeno assicurato il vitto: noi, invece, dobbiamo "guadagnarcelo". Nella moneta di Mammona, la Matrice della Massoneria.
Ma siamo stati noi, e non altri: a renderglielo possibile.
Maranathà.
Fabio Massimo Patricelli
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