2 maggio 2012 - 16.04
Il 13 aprile l’Austria ha siglato un accordo con la Svizzera in base al quale può prelevare una quota una tantum sui capitali esportati nelle banche elvetiche dagli evasori fiscali. La quota è stata fissata al 30%, cioè sei volte quello che Tremonti aveva imposto alla mafia attraverso lo scudo fiscale e che Monti si è sentito in dovere di correggere soltanto dell’1,5%. Se invece i tecnici super efficienti che ora dirigono il nostro Stato avessero copiato dall’Austria, avrebbero potuto recuperare una quisquilia come 50 miliardi di euro, cioè 10 miliardi in piùrispetto alla finanziaria che il governo ha da poco varato. Senza effetti recessivi e in ossequio all’equità vera, non a quella solo sbandierata.
Populismo? Qualunquismo? Sarà, ma Hollande in Francia ha dimostrato che si può anche rischiare di vincere avanzando proposte che non implichino per forza la più bieca macelleria sociale operata sulla classe media, come ad esempio l’aliquota del 75% per chi guadagna più di un milione di euro. In Italia si sarebbe preso subito del demagogo, o magari del gabibbo. O entrambi. Sta di fatto che, al di là delle facili promesse in vista del ballottaggio, quello di Hollande è stato un messaggio forte e chiaro: non ci sono caste di intoccabili.
Da noi, invece, i messaggi sono altri. Per esempio, nominiamo un signore che guadagna 31mila euro al mese di pensione (quindi soldi pubblici) come super tecnico per regolamentare l’afflusso dei cosiddetti rimborsi ai partiti (quindi soldi pubblici). Uno che drena risorse come un’aspirapolvere, dunque, ma soprattutto uno come Giuliano Amato, che propose di depenalizzare il finanziamento illecito ai partiti e sotto la cui guida il debito pubblico salì di 220.357 miliardi. (leggi: “Se c’è Giuliano Amato, stiamo tranquilli )
Che messaggio sarebbe, dunque, il nostro? Il solito, ho capito...
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