Fari puntati su Monte dei Paschi, che rischia sempre di più di la nazionalizzazione "parziale o totale". E' quanto afferma un articolo del Financial Times, che riporta le preoccupazioni delle autorità di regolamentazione europee.
Insieme a Commerzbank, spiega il quotidiano britannico, MPS potrebbe infatti non essere capace di presentare piani credibili sul miglioramento del proprio capitale, tanto che le stesse autorità affermano che "una iniezione di mezzi freschi" da parte dell'Italia -nel caso di Monte dei Paschi- e dalla Germania -nel caso di Commerzbank - "è quasi inevitabile". Si tratta, ha detto un funzionario, "di grandi casi".
Gli stress test che sono stati lanciati lo scorso dicembre dallo European Banking Authority (Eba) hanno messo in evidenza per MPS un bisogno di capitale di 3,3 miliardi di euro; nel caso di Commerzbank, il buco sarebbe di 5,3 miliardi.
Entrambe le banche non hanno rilasciato alcun commento sul rischio che debbano bussare alle porte dei relativi stati, e anzi hanno insistito sulla loro capacità di risolvere la questione.
Tra le banche europee più importanti, recentemente solo Unicredit, la banca numero uno per asset, ha lanciato un'operazione di aumento di capitale. Gli analisti intervistati dal Ft sottolineano però che il forte tonfo del titolo seguito all'annuncio rappresenta per altri istituti di credito un deterrente nell'andare nella la stessa direzione.
Forti, dunque, i timori sul futuro di MPS, che secondo il Financial Times è al rischio maggiore di essere costretta, almeno, a una nazionalizzazione parziale. Tre fonti di mercato hanno affermato che in questo caso, interverrebbe la Cassa Depositi e Prestiti, che potrebbe fornire fondi o direttamente alla banca o indirettamente, attraverso il principale azionista, la Fondazione Monte dei Paschi.
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