Cannata spara a zero sulle agenzie di rating. Il direttore generale del Tesoro, Maria Cannata, nel corso di un'audizione alla commissione Bilancio della Camera, ha rivelato che alcune banche hanno ricevuto pressioni sia dalle agenzie di rating sia dalle Autorità di vigilanza affinché riducano l'esposizione verso i titoli di Stato per evitare di compromettere la loro capacità di finanziarsi sul mercato.
La Cannata non ha fornito dettagli, ma nel corso dell'audizione si è mostrata critica verso l'Eba, l'Autorità bancaria europea, che ha imposto alle principali banche europee di ricapitalizzarsi per neutralizzare le potenziali perdite di portafoglio sui titoli di Stato: "la decisione dell'Eba ha avuto un effetto molto pesante sul nostro mercato".
Le "richieste dell'Eba di rafforzamenti patrimoniali al fine di compensare la valorizzazione a mark to market dei portafogli di investimento a scadenza" hanno infatti determinato "considerevoli difficoltà da parte delle banche italiane", ha aggiunto il direttore generale del Tesoro. Come conseguenza, i soggetti italiani hanno incrementato con riluttanza il loro portafoglio per non dover far fronte ad aumenti di capitale basati su fattori contingenti.
La Cannata ha anche fatto sapere che una delle tre più importanti agenzie di rating ha chiesto al Ministero di eliminare l'automatismo che lega le valutazioni alle scelte dei portafogli: "l'agenzia ci ha detto: vogliamo essere liberi di dare le nostre valutazioni senza sconquassi". E' chiaro che l'agenzia vuole scrollarsi di dosso qualsiasi responsabilità, ma è altrettanto chiaro che si dà "troppo peso" alle agenzie di rating.
La stessa decisione di Standard & Poor's di declassare l'Italia è stata giudicata da molti investitori e analisti eccessiva e inconsistente. Quindi per la dirigente di via XX settembre è arrivato il momento di un'agenzia di rating pubblica internazionale, difficile certo da organizzare, "ma se non ci si mette mai si riuscirà".
Gli Stati però non dovrebbero essere giudicati da privati. La Cannata non vede tanto bene un'agenzia pubblica europea perché potrebbe essere percepita come locale e partigiana, come quella cinese, l'ideale sarebbe invece un'agenzia "pubblica e veramente internazionale".
Soprattutto ora che, anche dopo la decisione di Standard & Poor's (il rating italiano è sceso a BB+ da A), il quadro rimane ancora molto delicato con effetti sulle decisioni di investimento degli operatori istituzionali ancora da approfondire e vagliare. Paradossalmente, ha osservato ancora, il declassamento da parte di S&P non sembra avere influito significativamente sulle fluttuazioni "molto sensibili" dello spread Btp-Bund (oggi a 469 punti base).
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