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Ap – Economia
Le conseguenze della crisi
di Savino Frigiola
Tra i tanti disastri provocati
dall’attuale crisi economica, si registra anche qualche aspetto
positivo, se tale risulta chiarire e capire le reali posizioni delle
forze politiche in campo ed i relativi celati e reconditi retroscena.
E’ saltato l’atavico e latente equivoco della connivenza
all’interno della destra tra le due anime completamente diverse ed
antagoniste fra loro, quella sociale, votata a realizzare e sostenere
le istanze sociali e quella economica da sempre al servizio dei
banchieri. I consensi alla destra sono sempre arrivati dalla
condivisione dei programmi economici e sociali, regolarmente poi
stravolti e disattesi dai più facoltosi ed arroganti soggetti di
partito, proprio perché legati e foraggiati dai signori banchieri e
finanzieri e quindi al loro servizio.
In questa crisi, prima economica e poi
politica, alla fazione della destra economica è stato affidato il
lavoro sporco di far saltare la maggioranza al governo Berlusconi,
ritenuto non abbastanza allineato sugli interessi dei banchieri,
nonostante il pacchetto delle 6 leggi approvate in loro favore. E’
saltato anche il coperchio all’interno del pentolone della
sinistra, ragion per cui sono emersi chiaramente i due tronconi che
da sempre hanno albergato nel poco monolitico blocco della sinistra:
quello secondo l’impostazione ufficiale a difesa del lavoro e dei
lavoratori e quello da sempre allineato, con azioni più coperte e
riservate, sulle posizioni dei così detti poteri forti (Passera -
Debenedetti), contro i quali si è sempre scagliata la propria base.
L’accurata azione di lavaggio del
cervello praticata all’interno dello schieramento di sinistra per
fuorviare l’individuazione dei reali responsabili è giunta a tal
punto che ancora oggi i vecchi e convinti compagni, con in testa
l’imposto fantasma del capitalismo, faticano ad identificare nei
banchieri, i veri artefici dei disastri economici e sociali che
vengono calati sul territorio con il convinto sostegno del PD.
Questa crisi ha fatto anche emergere
l’inadeguatezza dell’azione politica svolta dalla “Lega” a
difesa delle partite IVA tuttora strangolate e massacrate del sistema
bancario e monetario a dimostrazione che gli aspetti economici e
monetari devono essere decisamente affrontati e risolti e non solo
sommessamente sussurrati. Altrettanto evidente la fretta dimostrata
dai banchieri ad imprimere una accelerata alla realizzazione dei loro
disegni che secondo loro procedevano troppo a rilento. Emersa anche
la diffidenza dei banchieri verso i politici che pur servili ed
obbedienti cominciavano a dare segni di nervosismo per la perdita di
popolarità che andavano collezionando nell’imporre al proprio
elettorato le misure volute dalla cricca dei banchieri europei. Deve
essersi trattato di un vero caso d’emergenza per costringere i
banchieri a uscire allo scoperto per assumere in prima persona
responsabilità di governo, dopo aver costretto i propri camerieri,
sia di destra che di sinistra accasati nel Parlamento, a sostenere
apertamente il governo Monti.
E’ caduto anche il tabù del perenne
ed inconciliabile dissidio tra destra e sinistra. Le due compagini,
obbedienti e con grande disinvoltura si sono unite diligentemente a
sostegno del governo dei banchieri. Da tutto ciò deriva che quelli
che creano discriminazioni all’interno delle forze d’opposizione
al governo Monti finiscono per impedire azioni congiunte ed
organizzate con gli apporti sinergici dei rispettivi saperi ed
esperienze, finiscono per portare acqua al governo dei banchieri alla
stessa stregua degli agenti depistatori assoldati dal “sistema”
per svolgere l’antica quanto subdola azione del “divide et
impera”.
Chiariti sommariamente questi
essenziali aspetti occorre seriamente individuare l’appropriata
strategia, alla quale tutti attenersi, per uscire dalle grinfie dei
banchieri. La loro azione di strangolamento dello Stato e del mercato
avviene mediante il brandeggio del debito pubblico, che loro stessi
incrementano, mediante l’emissione e la gestione monetaria,
sottratte nel tempo, allo Stato con il giochino delle tre carte,.
Bisogna smettere di formare nuovo debito e ridisporre delle risorse
necessarie per il rilancio dell’economia e della occupazione. Ciò
si realizza perfettamente ed esclusivamente con il
ritorno dello Stato ad emettere la propria moneta, in nome e per
conto dei cittadini, ivi compreso il controllo e la relativa
gestione, nell’interesse di tutta la comunità nazionale, e non per
le tasche dei banchieri, come solo lo Stato con i suoi organi
politici è in grado ad adempiere. La nostra invidiabile e positiva
esperienza nei cento anni di attività svolta in questo senso, dal
1874 al 1975, certificano e dimostrano l’indispensabilità a
procedere rapidamente in questa direzione, pena il dover sopportare,
con tutte le nefande conseguenze, la lunga e mortificante agonia che
si concluderà solamente quando sarà completamente smantellato tutto
il nostro sistema produttivo. La medesima terapia, in condizioni
economiche analoga alla nostra, nel 1933 in America fu raccomandata
da Irving Fisher di Yale al Governo degli Stati Uniti.
Il grande economista, della
famosa scuola di Chicago, affermò che per fare uscire gli Stati
Uniti dalla grande depressione che ancora perdurava, a seguito della
crisi del 1929, doveva essere restituito alla Stato, come descritto
nel suo libro: «100% Money», il monopolio esclusivo
dell’emissione monetaria. Questa sua convinzione fu rafforzata
nell’aver constatato che mentre quasi tutti gli altri Paesi erano
in crisi, travolti dalla grande depressione, l’Italia era uno dei
pochi con l’economia in espansione, grazie alla propria emissione
monetaria che le permetteva di poter disporre delle relative risorse
per realizzare i propri scopi istituzionali senza indebitarsi nel
confronto dei banchieri. Si addiviene alla stessa conclusione anche
facendo altro percorso conoscitivo. Se si esamina attentamente i
bilanci della BCE e della Banca d’Italia, entrambe private si
riscontra:. nel bilancio al 31/12/2010 della BCE, tra le passività,
si legge: Banconote in circolazione = € 67.176.191.390 (senza
stabilire chi sia il creditore, essendo impossibile poiché
inesistente) Premesso che nella suddivisione degli utili tra BCE ed
ex Banche centrali dei vari stati il rapporto tra loro concordato è
rispettivamente 8 % alla prima e 92 %, alle seconde, in questo caso
la Banca d’Italia nel proprio bilancio del 31/12/2009 tra le
passività compare la voce “banconote in circolazione = €
132.840.084.030, anche in questo caso senza poter specificare il
creditore poiché inesistente.
Dal silenzio omertoso che si ottiene
alla semplice domanda : chi è il beneficiario di queste due voci di
debito, che per il sistema monetario diventano utili occulti, ai
quali bisogna aggiungere gli oltre 100 miliardi di interessi sul
debito pubblico, si può comprendere senza equivoci che le metastasi
e gli intrecci sviluppatesi all’interno del sistema
bancario-monetario, rendono questi organismi ormai irrecuperabili per
svolgere la corretta funzione di monetizzare il mercato finalizzata
allo sviluppo ed al benessere dei cittadini. Inutile perdita di tempo
e di energie quindi rincorrere la nazionalizzazione della Banca
d’Italia e cercare di raddrizzare la funzione della BCE. Le cifre
in ballo, sottratte indifferentemente da tutte le tasche dei
cittadini a beneficio dei banchieri sono così rilevanti da rendere
del tutto ridicole quelle che il governo Monti intende recuperare
strizzando professionisti, tassisti, e farmacisti. Queste
considerazioni e questi argomenti ritenuti sino a qualche tempo
astrusi, di scarso interesse e di non facile comprensione, stanno
diventando sempre più comprensibili, e lo saranno sempre più man
mano che la gente comincerà a rendersi conto di dover pagare
l’affitto di casa sua ai banchieri, lo Stato in questo caso fa’
solo l’esattore, specie se sommate alle rate del mutuo ancora in
corso. Il tutto ovviamente a maggior gloria e per assicurare e
migliorare gli incassi ai signori banchieri. O la politica si
sveglia e recupera la sua funzione o le singole “autority”
nominate appropriatamente dai banchieri, la renderanno inutile e
superflua; ivi compreso la fastidiosa presenza dei politici per non
rischiare che potrebbero anche riscoprire il proprio ruolo a
difesa della gente e dell’intero mercato. Mai come oggi: o con i
cittadini o con i banchieri.
S. F.
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