Blocchi tir : il Garante valuta sanzioni
Italia in ginocchio, si ferma la Fiat di Melfi
Scattano i 5 giorni di sciopero contro i rincari. Il sindacato: «Alta adesione». Il governo: protesta può degenerare
MILANO - Lo sciopero degli autotrasportatori lascia il segno anche nell'Italia continentale, con il traffico bloccato in più punti (Campania, Piemonte e Lombardia le Regioni più colpite). La protesta del cosiddetto «Movimento dei forconi» è contro il rincaro del gasolio, dei ticket dell'autostrada e dell'Irpef. Proseguono anche i blocchi in Sicilia. I manifestanti filtrano il passaggio dei veicoli alle uscite, bloccando i camion ma rallentando inevitabilmente anche le auto e creando disagi alla circolazione. «Blocchi inaccettabili» li definisce Roberto Alesse, presidente dell'Autorità di garanzia sugli scioperi. Alesse annuncia che aprirà «un procedimento per valutare le sanzioni da irrogare a chiunque stia violando la legge e danneggiando i cittadini». L'Autorità di garanzia degli scioperi avrebbe anche scritto al ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, per valutare se ci sono gli estremi per emanare l'ordinanza di precettazione nei confronti delle organizzazioni degli autotrasportatori.
SI FERMA MELFI - Ma arrivano le prime ricadute sulle attività produttive. A causa del blocco dei tir, la produzione della «Grande Punto» nello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat si fermerà a partire dal primo turno di martedì, alle ore 6. La notizia, appresa da fonti sindacali della Fismic, è stata confermata dall'azienda.
LE MOTIVAZIONI - Ma gli autotrasportatori non hanno alcuna intenzione di mollare: «Non ci muoveremo fino a venerdì. In assenza di risposte serie da parte del governo, valuteremo poi cosa fare». Lo sciopero, deciso da Trasportiounito Fiap, il sindacato di categoria, è scattato domenica sera per portare avanti alcune rivendicazioni chiedendo al governo Monti provvedimenti urgenti. Gli autotrasportatori, come si legge in un volantino, chiedono il recupero immediato delle accise del gasolio, pagamenti in tempi certi (entro trenta giorni) per tutta la filiera del trasporto, controlli e sanzioni agli irregolari, sconto immediato al casello sulle spese autostradali. Altro obiettivo è il contenimento dei costi assicurativi per calmierare gli aumenti indiscriminati e l'esenzione Sistri, cioè l'obbligo di adeguamento al sistema di tracciamento dei rifiuti non pericolosi per tutte le piccole e medie imprese dell'autotrasporto. La protesta è iniziata la settimana scorsa in Sicilia, nei capoluoghi di provincia e alle raffinerie petrolifere organizzati da un'alleanza - ribattezzata Forza d'urto - di autotrasportatori, pescatori e agricoltori che contestano i prezzi dei carburanti in Sicilia, considerati i più alti d'Italia, almeno per il diesel. I blocchi nell'Isola hanno provocato la chiusura delle stazioni di benzina e l'esaurimento di frutta e verdura e generi deperibili in mercati e supermercati, con danni stimati dai sindacati agricoli in "centinaia" di milioni di euro.
IL GOVERNO - Il ministero dell'Interno, Annamaria Cancellieri, intervenendo in mattinata alla trasmissione di Radio Uno «Prima di Tutto», ha assicurato che il governo segue «con molta attenzione» le proteste degli autotrasportatori, «perchè nulla esclude che questi malesseri possano sfociare in manifestazioni di tipo diverso». Dopo aver assicurato l'attenzione del governo, a margine di un convegno il ministro ha aggiunto che «non saranno tollerati blocchi stradali. Useremo tolleranza e dialogo, però bisogna anche tenere presente i diritti dei cittadini». Cancellieri martedì riferirà al Senato in relazione alle conseguenze del blocco degli autotrasportatori in Sicilia.
LA SITUAZIONE SULLE STRADE - Tra il Lazio e la Campania sono numerosi i caselli bloccati. In particolare, molti autotrasportatori stanno impedendo l'accesso all'A1 a Cassino, Frosinone, Ferentino e Caianello e Anagni. Stesso discorso nei pressi delle uscite autostradali di Caserta Sud, Capua e Santa Maria Capua Vetere. Poi blocchi anche in Puglia sulla tangenziale di Bari, a anche al nord: a Torino e a Bergamo, lungo l'A4, mentre ci si aspettano nuove proteste in altre Regioni. I blocchi riguardano i soli mezzi pesanti anche se gli incolonnamenti provocano code e rallentamenti anche alle autovetture. Secondo Viabilità Italia, le situazioni più critiche si registrano attualmente in Piemonte, per la manifestazione a Torino, in Corso Giulio Cesare all'ingresso della A4, ma senza particolari disagi alla circolazione dei veicoli leggeri. Fuori dall'autostrada A4 disagi allo svincolo di Novara. Poi rallentamenti in Tangenziale Sud a Torino; code in uscita in A7 Milano-Genova allo svincolo di Serravalle Scrivia. In Lombardia code agli svincoli in entrate di Capriate e Seriate. In Emilia Romagna sulla A14 chiuse ai soli mezzi pesanti le uscite di Bologna San Lazzaro e Cesena Nord. In Campania sulla A30 Caserta-Salerno code in entrambe le direzioni alla barriera di Mercato San Severino. Sulla A1 ancora qualche disagio alla barriera di Napoli Nord in entrambe le direzioni; sulla A16 Napoli-Canosa code alla barriera di Napoli Est in entrata verso Canosa.
Un blocco a Bergamo (Fotogramma)
BLOCCATO IL VAGONE DELLA MEMORIA - La protesta dei Forconi sta bloccando l'arrivo a Napoli del carro della memoria, il vagone merci utilizzato per la deportazione degli ebrei verso i campi di concentramento dell'Europa dell'Est. Nel primo pomeriggio era previsto l'arrivo in piazza Plebiscito del vagone, grazie a un trasporto eccezionale, per un'esposizione nell'ambito della Settimana della Memoria.
ADESIONE MASSICCIA - Secondo Trasportounito l'adesione al «blocco» si sta rivelando «superiore a qualsiasi aspettativa». Il segretario generale Maurizio Longo, in una nota ha ribadito che l'adesione «sta dimostrando la gravità della crisi in atto. Gli autotrasportatori si stanno battendo per la sopravvivenza».
CONFINDUSTRIA E CODACONS - Dura la reazioni di aziende e consumatori. «I blocchi operati dagli autotrasportatori nei principali punti nevralgici del nostro sistema infrastrutturale e presso le principali aziende sono assolutamente inaccettabili» afferma Confindustria che chiede al Governo di ripristinare immediatamente la normalità dei trasporti stradali. «Un fermo dei servizi - si legge in una nota- non può trasformarsi in blocchi illegali, che impediscono alle imprese di poter svolgere liberamente le proprie attività industriali, commerciali e logistiche e ai cittadini di circolare sulla rete stradale». «Una protesta illegale che sta recando un pregiudizio grave ai diritti costituzionalmente tutelati dei cittadini e dei consumatori» afferma invece il Codacons che invoca la precettazione e sottolinea come «essendo mancato il preavviso di legge ed essendo ormai lo sciopero durato più dei 3 giorni massimi consentiti, è illegale».
INCONTRO ROMANO - L’attenzione dei «Forconi» è rivolta a mercoledì, quando il premier Monti incontrerà a Roma il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo. Proprio mercoledì gli autotrasportatori potrebbero proclamare uno sciopero generale. Sul blocco in Sicilia interviene il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: «La protesta siciliana non deve essere sottovaluta perchè, al di là delle strumentalizzazioni politiche e delle infiltrazioni criminali, fa emergere la crisi economica al Sud in tutta la sua drammatica concretezza. Gli agricoltori, i pescatori e gli autotrasportatori siciliani non riescono a reggere, infatti, il costo delle loro attività e rischiano di uscire dal mercato».
23 gennaio 2012 | 18:13
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