sabato 17 novembre 2012

Opere segretate: un abuso che dura da anni


Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-08607 ..esposto anonimo inviato nelle scorse settimane al Viminale ..

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Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-08607
presentata da
ELIO LANNUTTI
martedì 6 novembre 2012, seduta n.829

LANNUTTI - Ai Ministri dell'interno e dell'economia e delle finanze - Premesso che:
la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine relativo all'esposto anonimo inviato nelle scorse settimane al Viminale e nel quale si fa rifermento a presunti illeciti nella gestione di appalti ed aste per l'acquisto di impianti tecnologici;
scrivono Angeli e Tonacci per "la Repubblica" del 4 novembre 2012: «C'è un passepartout al Viminale, quando si tratta di appalti. Una leva che, se azionata, fa calare il buio sulla gestione delle commesse milionarie per la costruzione e ristrutturazione di caserme, centri di addestramento, stazioni operative, alloggi di servizio. La dichiarazione di "opera segretata". Il "corvo", nel suo esposto, ne ha descritto gli effetti. La Corte dei Conti è stata ancor più impietosa, denunciando l'abuso sistematico e del tutto illegale di questa procedura da parte del ministero dell'Interno.
Un abuso che dura da anni e che negli anni si è fatto prassi. E bisogna leggersele tutte le 113 pagine dell'ultimo "Referto sulla gestione delle opere segretate" dei magistrati contabili, relativo a 26 lavori appaltati dal Viminale e dalla Difesa dal 2000 al 2007 per un valore di circa 300 milioni di euro (tra cui la discussa Scuola dei Marescialli di Firenze per cui sono stati condannati di recente Balducci & C), per capire le dimensioni e i confini dell'abuso. A cominciare dal "generalizzato ricorso alla segretazione che per legge dovrebbe invece essere limitato a casi speciali", dalla sistematica "insussistenza dei requisiti di indifferibilità e urgenza" delle opere per cui si è disposta la segretezza, dal fatto che a decretarla "quasi sempre siano semplici dirigenti e non, come vorrebbe la legge, il ministro in persona". Lavori che hanno, al Viminale, un centro propulsore. Quella Direzione centrale dei servizi tecnico-logistici di cui l'attuale vice-capo della Polizia il prefetto Nicola Izzo è stato direttore dal dicembre del 2005 al febbraio 2008, prima di lasciare il posto ai colleghi da lui indicati, Iurato e Maddalena. Un appalto pubblico segretato (opzione prevista dalla legge 109/94) fa gola, scatena gli appetiti di molti: significa poter derogare alle norme di affidamento dei contratti pubblici e quindi selezionare l'azienda costruttrice da una lista riservata e con procedura privata, significa eliminare ogni controllo preventivo sull'andamento dei costi e delle varianti in corso d'opera, lasciandone solo uno successivo alla Corte dei Conti, quando ormai il denaro pubblico è stato speso. È stata disposta la procedura segretata, si legge nella relazione della Corte dei Conti, anche per l'adeguamento di opere civili e impianti dell'aula magna e del terzo piano dell'Istituto Superiore Antincendi a Roma. Un appalto datato 2004 del valore di 3 milioni di euro, per il quale "non esistevano requisiti di urgenza - scrive il magistrato contabile Angelo Mandarelli - e la segretazione è stata disposta non dal ministro, ma dal capo dipartimento". Stesso giudizio per la nuova sede del Centro Aviazione dei Vigili del Fuoco di Ciampino, costato 5 milioni di euro e segretato "senza motivo". Oltretutto con una variante in corso d'opera che ha fatto lievitare il prezzo per l'amministrazione pubblica del 37 per cento. Costi approvati dal giorno alla notte, quando invece "avrebbero dovuto comportare una nuova dichiarazione di segretazione e una nuova gara". Lo stesso è accaduto per il Centro polifunzionale di Montelibretti (a decidere che quell'opera dovesse avere i crismi della segretezza è stato in questo caso il capo dipartimento dei Vigili del Fuoco), il distaccamento dei pompieri a Birgi e Subiaco, la stazione dei Carabinieri "Barriera Piacenza". Se nessuno ficca il naso, è facile accumulare ritardi e opacità nella gestione. È facile dichiarare ad esempio nel 2003 che "la sistemazione delle aree del nuovo comando provinciale dei Vigili del Fuoco a La Spezia è urgente e indifferibile", stanziare di corsa 2,4 milioni di euro sotto l'egida dell'opera segretata e poi aspettare 2 anni per consegnare i lavori alla ditta. Ma non erano urgenti? "Ritardi ingiustificati", si legge nella relazione, come nei casi del Centro didattico regionale a Dalmine, la Caserma di La Spezia, l'edificio del gruppo sommozzatori a Roma, i comandi provinciali dei pompieri a Genova e Viterbo. Se nessuno controlla, tutto è possibile, nessuno si lamenta. Porta la firma di Nicola Izzo un documento riservato datato dicembre 2005, rivelato da Repubblica lo scorso anno, nel quale l'allora direttore centrale chiedeva al ministero delle Infrastrutture di redigere un progetto per ristrutturare con 500 mila euro (già finanziati) la sede dell'alloggio del direttore Interregionale della Polizia di Stato presso il complesso Forte Ostiense. Nel progetto era prevista la costruzione di un muro di cinta, di un eliporto e di altre cose. Niente di tutto questo è stato realizzato. Ma nessuno ha chiesto spiegazioni al prefetto Izzo»;
si legge su un altro articolo pubblicato sullo stesso giornale il 2 novembre: «Negli ultimi anni, il Viminale ha gestito acquisti per centinaia di milioni di euro, fondi della presidenza del Consiglio, fondi Ue, fondi cosiddetti "Pon" per la sicurezza. E nell'elenco del "corvo" si indicano i nomi delle aziende appaltatrici: tutti colossi dell'informatica e dell'elettronica. Alcuni di essi - stando all'anonimo - figurerebbero tra i "favoriti" dal meccanismo illegale degli appalti, altri tra gli "esclusi". Ma ciò che più ha colpito gli inquirenti è l'ultimo capitolo intitolato "In memoria", che il "corvo" dedica al vicequestore Salvatore Saporito, suicidatosi nella sua caserma di Castro Pretorio il 31 marzo 2011. Saporito lavorava proprio nell'Ufficio Logistico del Viminale ed era rimasto coinvolto nell'indagine della procura di Napoli sugli appalti per la realizzazione del Cen (Centro elaborazione dati della polizia) previsto dal piano sicurezza del 2007 per fronteggiare l'emergenza criminalità nel capoluogo campano. L'ipotesi di reato su cui lavora adesso la procura napoletana è quella di associazione per delinquere e turbativa d'asta. Lo scenario sarebbe quello di una serie di anomalie nell'adozione delle procedure per l'assegnazione degli appalti ad alcune società del gruppo Finmeccanica. Nell'inchiesta partenopea è coinvolto anche il prefetto Izzo che, però, non è mai stato interrogato né come indagato, né come testimone. Ebbene, secondo il "corvo", Saporito non si sarebbe suicidato perché preoccupato dall'indagine, ma perché non avrebbe sopportato il mobbing al quale per lungo tempo sarebbe stato sottoposto dai suoi superiori per aver tentato di opporsi al "sistema-appalti" dell'Ufficio Logistico del Viminale»;
si legge inoltre su un articolo de "Il Sole-24 ore" del 3 novembre: «Izzo, peraltro, è già indagato dalla procura di Napoli per un appalto affidato a trattativa diretta a un consorzio di imprese per il Cen (centro elaborazione dati) del Viminale. Sotto inchiesta nella stessa indagine la collega Giovanna Iurato, anche lei in passato alla direzione tecnico-logistica, che proprio di recente Annamaria Cancellieri ha trasferito da L'Aquila all'ispettorato del ministero dell'Interno»;
l'interrogante ha presentato precedenti atti di sindacato ispettivo sul prefetto Iurato e la sua presenza nella "lista Anemone" relativa all'elenco dei lavori di ristrutturazione compiuti dalle aziende che fanno capo a Diego Anemone, l'imprenditore accusato di far parte della "cricca" che ha ottenuto numerosi appalti per i "grandi eventi",
si chiede di sapere:
quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di fare chiarezza sulla vicenda, ed in particolare sui presunti illeciti nella gestione di aste per l'acquisto di impianti tecnologici, e se corrisponda al vero che nell'ufficio logistico del Viminale gli appalti sarebbero stati gestiti senza il rispetto delle necessarie regole di trasparenza e che sarebbero state favorite solo alcune, e sempre le stesse, società, tra cui quelle del gruppo Finmeccanica, trasformando così quello degli appalti tecnologici in un business ristretto a pochi amici;
considerato che il prefetto è l'organo monocratico dello Stato che rappresenta il Governo in una circoscrizione territoriale, come intenda cautelarsi da un potenziale conflitto di interessi.
(4-08607)


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