Chieti
, 25 Nov. ’12 – Domenica., S. Caterina - Anno XXXIII n. 388 -
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– Ch 1/81
Ap
– Interventi
Introduzione
al mistero dei gabellieri/banchieri
di
Piero Vassallo
La
cucina del treno emanava struggenti aromi: aceto, lardo emiliano,
cipolla, basilico di Liguria, zenzero, timo, sedano e carota. I posti
a tavola erano occupati da avventori per lo più effervescenti e
ciarlieri. Un’affluenza eccezionale, per un giovedì sera. Il
rollio del rapido comunicava allo stomaco un vago disagio.
L’accompagnatore autoritario di una comitiva gitante – la cadenza
veneta, un bel gessato, sulla cravatta i casti colori dell’autunno,
all’occhiello il distintivo calcistico del Milan – coniava
freddure e porgeva ragguagli iniziatici (d'ispirazione bancaria).
Strappò i gridolini delle
matrone annunciando la storiella del mago, che commette prodigi
sessuali nel bagno turco. A spese di un incauto benestante, tifoso
dell’Inter. Naturalmente.
Un classico, dal repertorio
dell’umorista Fanfulla.
Giacca da palcoscenico e
cappello floscio, l’attore d'avanspettacolo (e di rarissimi,
preziosissimi film) recitava circondato da un nugolo di
figuranti/ballanti attempate e arditamente seminude. Titolo
dell’aneddoto sapienziale: l’essenza della magia bancaria.
Personaggi: un mago, un risparmiatore scettico, un andrologo di
passaggio.
Incipit historia.
«Permette che mi presenti?,» e
il protagonista mise avanti un biglietto da visita: Dottor Mario
Collina dei Pizzichi & Bocconi, guaritore e banchiere
americanista. Diplomato a Dallas, laureato in gabellerie a Calcutta,
iniziato in un gabinetto tantrico. Ramo diamante e folgore. Estasi e
illumina-zioni. Ordinato cavaliere della divinità marcionita dal
reggente dell’Ordine Umano Universale.
«Nel tempo libero esercito la
professione di miracolista economico ed ermeneuta dei messaggi
lanciati dalle agenzie di ratti.»
«Rating,» lo corresse il
periclitante.
«Ratti,» insistette il mago.
«L'aggettivo ratto significa velocità nei miracoli, ella conosce
certamente il significato di espressioni quali ratto gesto, ratto
pensiero, ratto affare, ratto addebito e simili.»
«Quali miracoli?,» domandò
l’incauto deuteragonista, stordito dalle inusuali parole.
«Vedo che Ella inarca le
sopracciglia. Forse è agnostico? Non crede nella scienza arcana? Il
campo dei miracoli per lei si riduce alla religione? Ignora
l'esistenza del miracolismo economico?»
«Veramente,…» il profano
fece spallucce.
«Perché non provare?»
«Provare che cosa?»
«Il miracolo bancario.»
«Non esiti, lo compia, qui,
davanti a tutti, invece di parlarne. Se n’è capace.»
«Scommettiamo?»
«Perché insiste? Sospenda la
chiacchiera e faccia il miracolo.»
«Insisto perché lei ha un
brutto colore...»
«Che cosa c'entra il colore?
Lei è un banchiere, non un medico, dopo tutto…»
Tra l’inaudito e il
risparmiatore scettico, s’intavolò una snervante trattativa. Per
udire la battuta finale il viaggiatore, incuriosito, si piantò in
mezzo al traballante corridoio, fingendo di cercare qualcosa fra le
piccole carte da tasca, il tagliando della prenotazione, ad esempio.
L’esoterico esponeva la
dottrina del maestro acrobatico torinese Emilio Zulo. Se non che
l’essoterico, guardingo, s’impuntava su un antipatico preliminare
urologico. Lo giudicava spiacevole e sconveniente.
«Non
si potrebbe evitare codesta disturbante ispezione?,» disse
proteggendo la cintura con le mani.
«No, è per la sua salute,»
rispose il mago della finanza.
«La salute?,» domandò la
vittima, gettandosi nel vicolo cieco.
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ABRUZZOpress -
N. 388 del 25 novembre ’12 Pag 2
«In una pagina illuminante di
Aperçus sur l’initiation, il sommo matematico René Guénon ha
decretato l’indispensabilità della discesa: visita inferiora
terrae retificandoque invenies occultum lapidem. Vitriol.»
Illuminante? Mah! A ogni modo
l’esame a dito medio era necessario per il bene (la salute)
dell'incredulo. L’alta magia e il grande gioco (le grand jeu) hanno
leggi inflessibili. Codificate dai Carlì di Lubecca. Era questione
di pochi attimi, ad ogni modo. Un fastidio trascurabilissimo.
«Per via della connessione
prodigiosa,» soggiunse il mago, con tono misterioso.
«Quale connessione?»
«Non posso svelare il mistero
del tantra bancario, se non scommette,» sorrise il sedicente mago.
Per piegare la resistenza dello
scettico il mago moltiplicò la sua posta più volte senza
incrementare quella dello sfidato. Infine l’incauto cedette alla
somma elevata. Carta frusciante. Una cifra ingente, a portata di
mano. L’alta posta, dopo tutto, valeva la candela, cioè il dito
medio:
«Ecco la mia posta. Aggiunga la
sua e vediamo il millantato prodigio.»
Su proposta del mago nominarono
il giudice di gara, un andrologo napoletano di pas-saggio, al quale
fu consegnato un fischietto regolare dal trillo juventino.
(Il barzellettiere, per farla
breve, tacque l’inganno, ma l’andrologo, che peraltro abusava del
titolo, faceva coppia fissa con il falso mago). Si giunse infine al
promesso miracolo. Il mago, infilò il dito medio in un guanto di
gomma e con un subdolo sorriso sulle labbra, iniziò l’esplorazione.
«Dica trentatre!,» intimò.
«Perché ventitré?»
«Trattasi di numero esoterico.»
«Numero miracoloso,» precisò
l'andrologo.
«Numero della salute e della
prosperità, a ben vedere.»
«Aih!»
Il profano lamentò un
silurante fastidio e rimase sorpreso quando l’arbitro, dopo aver
fischiato tre volte, alzò le braccia del vincitore.
«Miracolo, vedano la magica
connessione.»
Scrosciò l'applauso.
«Complimenti, lei è guarito!.»
Il mago gongolava. La
connessione, altrimenti detta congiungimento o penetrazione
iniziatica, era sotto gli occhi dei bagnanti turchi. Il profano era
stupefatto, ma non ancora domo.
«Ma che miracolo d’Egitto!,»
protestava irrigidendosi.
«Guardi le mani, guardi le mie
mani,» consigliò il mago giubilando.
«La magia economica è
strutturalmente imprevedibile,» gli fece notare il falso andrologo,
mentre consegnava al gongolante vincitore la somma messa in gioco dal
risparmiatore.
«Nella banca la magia si
capovolge in sodomia,» commentò una viaggiatrice.
«Il dito batte dove la banca
vuole,» osservò un'altra.
Dito...
Nella rievocazione degli
incantesimi finanziari è d’obbligo citare due appropriate parole –
ilare connubio – che si leggono nel raffinato commento di Giorgio
Quagliotti alla poesia di Annarosa Fallucci.
«Durum sex sed sex,» glossò
infine il narratore elegante. Mimando la danza del ventre, teneva le
braccia alzate e muoveva a ventola le mani. Il profano coglie solo
gli aspetti volgari della scienza prestidigitatoria.
«Ih! Uh!,» ridevano
sguaiatamente le altre viaggiatrici sognando incandescenti ma
improbabili ispezioni.
Non capivano che la
penetrazione bancaria scende a profondità sconosciute nella terra
del crepuscolo. Altro che ridarella. Come insegna uno squisito
esploratore, in un libro dalla copertina color pastello,
opportunamente citato dall'andrologo, il corpo dei penetrati è il
luogo di un sapere terribile, che dà la chiaroveggenza.
Meglio l'oscurità, disse fra
sé e sé il viaggiatore.
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