venerdì 16 novembre 2012

Bilderberg: una rotella del democrazismo


Bilderberg, grembiulini e compasso
di Sebastiano Caputo - 15/11/2012
Fonte: Rinascita
Come consuetudine, dal 1954, il Gruppo Bilderberg si riunisce una sola volta l’anno. Tuttavia la crisi sistematica mondiale e la situazione peculiare dell’Italia nel contesto europeo hanno previsto una sessione di lavori straordinaria, la 61esima.

Martedì sera, i prìncipi del mondialismo – fautori di quell’ideologia comune che sposa perfettamente la globalizzazione economico-finanziaria con il disegno di realizzare un governo planetario – hanno scelto come luogo d’incontro lo spazio pubblico dei Musei Capitolini di Roma (vietato a cittadini e turisti per tutelare la loro adunanza).
La sera pochi erano i giornalisti a Piazza del Campidoglio, tanti invece erano gli uomini della sicurezza, i poliziotti in borghese, i carabinieri e i veicoli blindati. E nonostante la blindatura dell’area, l’atmosfera è stata piuttosto tranquilla, come se l’incontro fosse informale, privo di importanza, ufficioso.
Alle 19.00 sono arrivati i primi invitati, prevalentemente stranieri. Gli italiani sono arrivati pochi minuti dopo. Prima il ministro del “Welfare” (sic) Elsa Fornero, che alla domanda di una giornalista “perché sta andando alla riunione Bilderberg?”, ha risposto “mi hanno invitata, non so cosa sia Bilderberg”, e poi sono arrivati gli altri ministri del governo tecnico, tra questi Corrado Passera e Francesco Profumo.
Dopo pochi minuti sono stati raggiunti da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia. Tra gli altri invitati Mauro Moretti ex sindacalista della Cgil, Angelo Cardani presidente di Agcom, Fulvio Conti dell’Enel, Anna Maria Tarantola presidente della Rai e ancora Federico Ghizzoni amministratore delegato di Unicredit. Alle 19.30, l’agenzia di stampa AdnKronos rendeva noto che Barack Obama avrebbe telefonato al primo ministro non-eletto Mario Monti. Appena un’ora prima dell’arrivo del premier a Piazza del Campidoglio. Una chiamata che non sembra frutto del caso. Alle 20.30, dopo l’ingresso di Monti la sicurezza ha fatto chiudere i portoni, così che le danze dei “grembiulini” potessero iniziare.
E nonostante tra le mura dei Musei Capitolini ci fossero uomini e donne appartenenti al mondo del giornalismo, della politica, dell’economia e dell’imprenditoria, nessuno sa cosa è stato detto. Un fatto è sconcertante: gli stessi che parlano di partecipazione cittadina, trasparenza, diritti umani, libertà e democrazia, si sono riuniti segretamente, alle spalle dei popoli e delle nazioni, per parlare del loro destino.
C’è chi punta il dito contro i “complottisti”. Ma l’Ancien Régime è sotto i nostri occhi.

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