Usa, norme Basilea III non operative a gennaio 2013
Le autorità di regolamentazione degli Stati Uniti hanno affermato che le nuove regole sui requisiti di capitale per gli istituti di credito non entreranno in vigore nel Paese il primo gennaio 2013, come stabilito in precedenza, riflettendo così i timori del settore finanziario.
Questo potrebbe allentare le pressioni sul comparto finanziario Usa finito sotto l'attenzione degli investitori dopo la conferma di Obama.
Le nuove regole sui requisiti di capitale delle banche, meglio note come Basilea III, prevedono che gli istituti di credito aumentino le garanzie contro le perdite e che detengano un ammontare di fondi superiore per assicurare i propri asset, in particolare quelli del settore immobiliare.
"Molti esponenti del settore hanno espresso preoccupazione sul fatto che potrebbero essere costretti ad adattarsi alle nuove regole sui requisiti di capitali senza il tempo sufficiente per comprendere a pieno il ruolo o di mettere in atto i necessari cambiamenti al sistema", si legge in un comunicato congiunto della Federal Reserve, dell'Office of the Comptroller of the Currency (Occ) e della Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic). Alla luce del volume di commenti ricevuti e dall'ampio spettro delle opinioni raccolte, le agenzie non si aspettano che le regole proposte diventino effettive il primo gennaio 2013.
I banchieri statunitensi hanno espresso i loro timori con particolare riferimento alla rigidità degli standard imposti con particolare riferimento ai problemi del settore immobiliare, che è stata la causa scatenante della crisi del 2008, che, a loro avviso, rappresentano una reazione spropositata e che mette a rischio la concessione di prestiti.
Lo slittamento dei tempi previsto dalla Fed dovrebbe ''quantomeno portare a ridiscutere i tempi di attuazione anche in Europa allineandoli auspicabilmente a quelli degli Stati Uniti, anche visti i ritardi con cui si sta procedendo alla traduzione delle norme'' nell'apposita direttiva. E' quanto ha affermato il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, a margine di un convegno a Palazzo Altieri, commentando le indicazioni arrivate da oltreoceano.
''Devo dire che non è una sorpresa e noi abbiamo sempre evidenziato la preoccupazione di un'applicazione differenziata delle nuove regole tra Ue e Usa", ha spigato Sabatini. Si tratta ''di un punto su cui avevamo chiesto specifiche rassicurazioni al commissario Ue, Michel Barnier, per evitare che si determinasse una situazione di disparità competitiva tra Ue e Usa. Quindi per Sabatini è necessaria una convergenza dei tempi ''anche perché se poi gli Usa decidessero di non attivare Basilea 3 saremo su due piani completamente non allineati''.
Le norme di Basilea III non sono state finora accolte dalla maggioranza dei 27 Paesi membri. Per ora, secondo il Financial Stability Board (Fsb che assieme al comitato di Basilea aveva faticosamente messo a punto l'accordo due anni fa) solo 8 dei 27 avrebbero attuato le regole che entreranno in vigore in maniera graduale da qui al 2019.
Qualche giorno fa il segretario generale, Wayne Byres, in un discorso ha rilevato comunque che ''c'è ancora molto da fare, non abbiamo ancora completato l'intero armamentario di riforme. Attuare Basilea III è essenziale, ma deve essere accompagnato da altre riforme e misure in tema di trading book e sulla riserva di liquidità necessaria per fare fronte a crisi improvvise.
Il tema sarà discusso nel prossimo Ecofin del 12 novembre. L'acuirsi della crisi e il brusco taglio del credito all'economia reale negli ultimi mesi ha rinfocolato e rafforzato le proteste del settore finanziario aprendo breccia sia nei comparti produttivi che a livello di qualche autorità.
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